Discendenti dirette delle preparazioni medicamentose del passato, a base di acquaviti e erbe officinali, spezie, frutti ecc.
Nel tentativo di migliorarne l’effetto curativo, si scoprì, che oltre che salutari, erano anche piacevoli da bere.
Da materie prime di basso tenore, ma in stato ottimale, si ottengono i migliori distillati.
Ma da materie prime danneggiate o scadenti non si ottengono buoni distillati: quindi da ottime materie prime ottimi distillati.
Per la costruzione delle botti, il legno da preferirsi è il rovere, ma sono ottimi anche il frassino, il gelso, il ginepro il melo, il ciliegio, ecc,.
Si possono adoperare anche dei piccoli bastoncini o trucioli di questi tipi di legni, ben essiccati e conservati in posti non umidi, in questo modo si può evitare la evaporazione, che invece si ha nella botte, con conseguenza diminuzione del distillato.
Accendere il fuoco, sistemare il maialino sullo spiedo, farlo arrostire a fuoco vivo per 20 minuti circa, poi alzare lo spiedo più in alto, salare, far accendere il pezzo di lardo, dopo averlo sistemato su una bacchettina di legno, facendo colare il grasso bollente sulla parte della carne di maialino più spessa, continuare la cottura lentamente fino alla completa cottura, la cotica a questo punto si dovrà presentare di colore rosso dorato e di consistenza dura e croccante.
Si tolga il maialino dal fuoco e si copra di rami di mirto tagliati a pezzi, dopo averlo lavato e asciugato, servire caldo.
Ricordiamo che è molto buono anche quando non è più caldo.
Agli inizi degli anni ’60, del secolo scorso, le pizze rotonde classiche, napoletane, margherite, ecc, costavano £ 130 – 150 e alla fine degli anni ’60 £ 200 – 250.
La pasta della pizza era composta da questi ingredienti, farina doppio zero (00) o zero ( 0), con piccole aggiunte di farina di grano duro o farine in grado di darle elasticità e forza, come la Manitoba ecc., lievito di birra, acqua, sale e un po di strutto.
L’impasto doveva essere morbido ed elastico per facilitare la sua lavorazione e confezionamento, si usava pochissimo lievito per far si che potesse lievitare lentamente, tenendo sempre presente il cambio delle stagioni, quindi la variazione della temperatura, importantissima ai fini della lievitazione.
preparazione delle pizze in montagna
Con questo metodo, o ancora meglio col metodo della lievitazione acida naturale, così facendo l’impasto poteva avere tutto il tempo necessario per poter sviluppare tutti quei profumi ed aromi, che al momento della cottura, impregnavano l’aria e venivano captati da molto lontano.
La pizza al momento della sua confezione veniva condita con lo strutto, in questo modo, si metteva lo strutto al di sotto degli ingredienti, infatti dopo aver steso la pasta nella classica forma rotonda, con un coltello a forma di spatola, si passava nella ciotola dello strutto, in questo modo veniva anche ammorbidito alla base velocemente e si spalmava sopra la pasta, creando un piccolo velo luccicante su cui venivano messi gli altri ingredienti, per esempio un bel cucchiaio di pomodoro e subito dopo la mozzarella tritata o a fette, poi gli altri ingredienti a secondo dei gusti personali o richiesta del cliente.
La pizza margherita
Io ricordo pizze straordinarie per profumo e per gusto, che oggi raramente riesco a trovare in commercio.
In quel periodo c’era stato anche il cambio di gusto nella maggior parte delle persone, nella ricerca di cibi più leggeri, per mantenersi sani e con una linea perfetta, chiedevano la pasta della pizza molto bassa, poi forse per merito o per colpa della pubblicità, che diceva che lo strutto era pesante, e faceva anche ingrassare, nel giro di pochi anni non venne quasi più adoperato.
La stessa fine fecce l’olio e. v. di oliva, sempre per merito della pubblicità che diceva, l’olio di semi è leggerissimo e non fa ingrassare, ma non un olio qualunque, ma l’olio di semi vari.
Oggi sapiamo che non è proprio così. La pizza anche se confezionata con un po’ di strutto, non è poi così pesante, intanto è un pasto completo, se si ha l’accortezza di evitare di metterci sopra qualunque ingrediente che si trova in commercio, in proporzioni non adeguate, tanto da diventare nauseante solo a guardarle, sicuramente non è dietetica, e non è una moda da seguire.
Gli ingredienti, forse non sono tutti genuini come una volta, quindi bisogna andarli a cercare, facendo attenzione alle aziende che li producono, la loro provenienza è essenziale, importante è che gli ingredienti siano il frutto e la lavorazione delle immediate vicinanze, perché molte volte non sono neanche prodotte in Italia, ma anche quando portano il nome Italiano è difficile capire la provenienza di tutte le materie prime usate per il loro confezionamento.
I prodotti migliori sono quelli che si possono acquistare nelle immediate vicinanze, prodotti da agricoltura biologica, quindi non hanno dovuto viaggiare per giorni, o conservati a lungo in frigoriferi.
Oggi la pizza la si può acquistare in tanti negozi diversi, ma 8 volte su 10 sono identiche sia per sapore e sia nel modo di confezionarla, sembrano confezionate dalla stessa azienda e dalle stesse persone, con gli stessi ingredienti, una volta anche usando gli stessi ingredienti, nello stesso posto di lavoro si riusciva a capire, chi quel giorno aveva preparato l’impasto della pizza, oppure chi aveva condito gli ingredienti, per la sua preparazione, per esempio, la quantità di origano e di sale usato per condire il pomodoro ecc.
Per la preparazione dell’impasto, come per quello del pane è meglio usare l’acqua a temperatura ambiente o leggermente tiepida, tenendo sempre conto della stagione e della temperatura del posto in cui si deve operare.
La lievitazione è migliore se si fa avendo a disposizione almeno 3 o 4 ore di tempo prima dell’uso dell’impasto, con una temperatura dell’ambiente ottimale di circa 25-26°C, meno lievito si usa meglio è.
All’impasto della pizza si aggiunge di solito un po di grasso, come lo strutto o olio e. v. di oliva, qualcuno usa anche il latte o il bianco delle uova montato a neve. Io preferisco la pasta più semplice, al massimo con una piccolissima aggiunta di olio o di strutto.
All’inizio del diciottesimo secolo il grande naturalista svedese Carl von Linnè (1707-1778), inseguito diventato Carl Nisson Linnaeus, conosciuto più semplicemente come Linneo, nei suoi innumerevoli studi, si accorse che numerosi fiori aprivano le loro corolle in precise ore del giorno e della notte.
Papavero
Le varietà dei fiori esistenti era così vasta e numerosa da coprire tutto l’arco delle 24 ore. Ipotizzò così un orologio floreale, fece delle accurate ricerche e nel 1735 presentò il suo primo orologio floreale.
Fiore giallo
In Italia il primo orologio floreale è stato realizzato a Bacoli (Napoli). L’orologio è stato inaugurato nel 2003 e occupa un’area di 30 metri quadri ad opera di una appassionata imprenditrice locale.
Rigatoni, Spaghetti, sono le scelte migliori, ma potrete ovviamente scegliere quella che preferite
Spaghetti gr 400
Guanciale gr 100
Olio mezzo cucchiaio
Uova n° 4
Crema di latte un cucchiaio
Parmigiano gr 60
Pepe q.b.
Sale q.b.
Preparazione della pasta alla carbonara
In una scodella sbattere le uova, con la crema di latte, il parmigiano, il pepe ed un pizzico di sale. Tagliate il guanciale a pezzetti, metteteli in padella con un po di olio, rosolate e quando sono croccanti, togliete dal fuoco la padella e versate il guanciale con il grasso sciolto in una scodella, facendo attenzione a non versare anche il fondo con le particelle annerite, formatesi durante la cottura del guanciale, che daranno un sapore amaro alla preparazione.
Pulite la padella con un po di carta da cucina, riversate in padella guanciale e olio, se l’olio è troppo non versatelo tutto.
Cuocette la pasta in abbondante acqua salata e a cottura ultimata, versatela nella padella con l’olio e il guanciale, giratela bene, mantecandola a fuoco vivo.
Spegnete il fuoco, e continuando a girare la pasta, versateci sopra il contenuto della scodella con le uova sbattute, continuate a girare finché le uova non abbiano formato una crema; servite con una spolverata di parmigiano e pepe.
Preparazione delle triglie alla maggiorana per quattro persone:
Triglie Fresche
Squamare le triglie, utilizzando un coltello muovendolo nel verso contrario alle squame dalla coda alla testa, il coltello va tenuto quasi in verticale. Pulire le triglie, con acqua fredda, dopo di che incidere la pancia con un coltello, dalle branchie in giù e rimuovere le interiora.Prendete un piatto e metteteci della farina. Asciugare le triglie, passarle nella farina e adagiatele su una padella con l’olio già caldo, fatele rosolare da entrambi le parti con delicatezza. Prendete una cipolla di media grandezza, pulite e tritate la cipolla, prendete uno spicchio d’aglio, pulitelo e aggiungetelo alle triglie.
Fate imbiondire l’aglio e la cipolla, salate e scolate l’olio in eccesso, bagnate con un po di vino bianco; fatelo evaporare. Prendete i pomodori lavateli e passateli. Una volta evaporato il vino, aggiungete la maggiorana, i pomodori passati, il pepe, fate cuocere a fuoco dolce coperto per 15 minuti.
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